| Camilla finì di prepararsi, applicando l’ultimo strato di trucco al suo volto liscio. Rossi capelli disposti in una criniera selvaggia, linea di ombretto scuro attorno agli occhi neri per allungarli, tocco di giallo su naso e bocca per farla assomigliare a una leonessa. La pelle leggermente abbronzata risaltava, lucida d’olio. Sospirando, Camilla si alzò, procedendo a ispezionare il suo costume di scena. Un bikini rosso e nero, con inserti color bronzo, che faceva sembrare più grande il suo seno. Si girò, mostrando allo specchio le lunghe gambe tornite, avvolte da calze nere, i glutei coperti da un corto gonnellino pieno di piccoli pendenti tintinnanti. Tacchi alti in sandali alla schiava, che le slanciavano il suo metro e sessantacinque circa. In generale, Camilla poteva dirsi soddisfatta. Uscì dal camerino, andando a posizionarsi nel salone. Lavorare in una discoteca si era rivelato più divertente del previsto. Quando Michela glielo aveva proposto, lei si era rifiutata. Categoricamente. Ma, quando i soldi erano diventati una necessità, aveva finito per accettare il lavoro. Non se ne era pentita. A ventidue anni guadagnava abbastanza, con poche ore serali a ballare di fronte a dei ragazzi. Una parte di lei lo trovava umiliante, ma un’altra era ben felice di tutti quegli sguardi adoranti, lussuoriosi, che le fissavano il corpo con occhi animaleschi. In facoltà non riusciva nemmeno a parlare con un ragazzo, ma là dentro, forse anche per i tanti buttafuori, si sentiva sicura. Lei era la Leonessa Rossa, e nessuno poteva toccarla. Finito il suo primo spettacolo, Camilla si sedette su uno dei divanetti; si stava rilassando, quando uno degli organizzatori venne a chiamarla -Allora Leonessa, hai un cliente- disse il ragazzo, ispezionando i suoi appunti -una cliente… particolare- -Una cliente?- Camilla sollevò un sopracciglio -okay, che ha di strano?- -Non lo so, ma… senti, paga molto bene, solo che fa richieste strane… tu assecondala, pare che non sia nulla di pericoloso- Camilla annuì, seguendo l’organizzatore nella stanza. Un divano su un lato, un basso tavolo, un palo da lap dance sull’altro. Prese posizione, gambe larghe, schiena dritta, braccia alte sopra la testa. Era sempre più imbarazzata quando si trattava di clienti femmine, ma il pensiero dei soldi le toglieva gran parte della vergogna. Camilla attese che entrasse la cliente. Rimase a bocca aperta. Bella, di una bellezza da togliere il fiato. Alta, slanciata, forme perfette fasciate a meraviglia da un tubino azzurro, gambe chilometriche in calze sottili, scarpe eleganti blu. Il volto della ragazza le tolse un battito. Pelle liscia e perfetta, nasino all’insù, occhi d’un verde profondo, capelli dorati lunghi alle spalle. Camilla quasi non vide l’altra ragazza, bassa, mora, con un sorriso maligno in volto -Buonasera…- disse Camilla, cercando di rendere la sua voce più sensuale possibile -permettetemi di intrattenervi…- Stava già iniziando la sua danza, quando la bionda la fermò -Mille euro- Camilla la fissò, stranita, senza capire -ti do mille euro se partecipi ad un piccolo gioco… e altri duemila se vinci- La ragazza sgranò gli occhi, balbettando -Che… che gioco?- chiese -Molto semplice- sorrise maligna la bionda -devi solo rispettare le mie regole: dovrai ballare senza staccare le mani dal palo- Camilla annuì -e… indossare solamente questa- La ragazza mora tirò fuori una collana, una sottile catenina argentata con alla fine una piccola pietra bianca -In che senso… solo…- balbettò Camilla -Niente vestiti, niente scarpe… solo la collana, per tremila euro- la bionda sorrise. Camilla sentì le gambe pesanti e la testa leggera. Erano un sacco di soldi, e le avrebbero di certo fatto comodo. Arrossendo, annuì, e si tolse i vestiti. Rimanere nuda davanti a quella meravigliosa ragazza la imbarazzò più di quanto pensasse, soprattutto quando questa sorrise al vedere la sua seconda di seno. Camilla poteva quasi sentire i commenti sarcastici della bionda. Senza dire altro, iniziò a ballare, muovendosi attorno al palo con abilità -Ottimo! Iniziamo il verso gioco! Non togliere le mani dal palo, Leonessa, mi raccomando…- disse la bionda. Camilla non comprese che intendesse, almeno fino a quando non sentì le mani dell’altra ragazza sui suoi fianchi -Che… che stai… ihihihihihi!- Camilla squittì e saltò lontano, ma mantenne la presa sul palo -Ah scusa, ho dimenticato una regola- sghignazzò la bionda -mentre tu balli, Ilaria ti farà il solletico- -Ihihihihiih perché?- chiese Camilla, lottando per continuare a muoversi attorno al palo, agitando il bacino in una parvenza di danza, ma sforzandosi di evitare le unghie della ragazza -Perché così è più sexy!- disse la bionda, ridendo entusiasta. Camilla non aveva idea se fosse sensuale o meno, mentre saltellava come impazzita, provando a dimenarsi in una parodia di ballo e solletico. Le manine della ragazza bruna la raggiungevano con sadica e costante precisione, a prescindere da come e da dove scappasse. Sembrava che esistesse una sorta di collegamento, e mentre la collanina le sbatteva sul petto a ritmo delle sue risate, Camilla non poté evitare di sentire un minimo di eccitazione -Ahahahahahaah! Basta!- la collanina le ballonzolava tra i seni arrivando sempre più spesso a contatto con i suoi capezzoli nudi. Il freddo del metallo era come un bacio lascivo, il perfetto contraltare all’infuocato calore delle mani lungo i suoi fianchi. Camilla continuò a ballare, anche se ormai si limitava a muovere il bacino a destra ed a manca, ondeggiando alla meno peggio il busto, con i seni che sobbalzavano al ritmo del suo respiro sempre più affannoso -Ahahahahaahahah! Nooooooo!- il palo era liscio contro le sue mani, lucido di sudore -basta! Ahahahahahahh basta ho detto! Ahahahahaahahahah- Camilla sentiva le gambe cedere, mentre la collanina non era più un bacio freddo sui capezzoli. Suppliche e preghiere furono inutili, l’unica cosa che le due sadiche volevano sentire era il suono folle delle sue risate disperate. E Camilla fu più che lieta di esaudirle -Ahahahahahahaah! Ahahahahahahah! Ahahahahahaahahahahahah!- lacrime disperate avevano ormai cancellato tutto il trucco dal suo volto, quando finalmente la bionda si alzò, battendo le mani soddisfatta -Complimenti! Davvero complimenti!- disse, la voce affannata anche lei, come dopo una corsa -non credevo che ce l’avresti fatta!- Camilla si rendeva a malapena conto di essere ancora aggrappata la palo, anche se ormai era stesa sul pavimento, rannicchiata e annaspante. Con gli occhi velati di lacrime, vide la bionda avvicinarsi, appoggiarle addosso i soldi promessi e uscire, seguita a ruota dalla brunetta. Camilla ci mise molto tempo a ritrovare le forze, rivestirti e uscire. Era soddisfatta del denaro, ma non aveva nessuna voglia di ripetere l’esperienza a breve. Tastandosi, trovò la collanina. Una scintilla di eccitazione le percorse il corpo, mentre un senso di freddo e caldo insieme le artigliò i capezzoli. Si chiuse nel camerino, mugugnando. Era molto più euforica di quanto avrebbe mai creduto possibile.
Ecco qua il racconto per il contest; grazie mille doronjo sama per aver condiviso il suo racconto, e spero che anche gli altri vogliano farlo entro sabato!
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