Tickle Note - il quaderno del solletico, Storia a bivi

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view post Posted on 27/4/2024, 10:10     +1   -1
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Maestro Solleticatore

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«Mi parli di lei» disse Euridice. La birra stava facendo molto più effetto del previsto, facendole ronzare la testa.
La poliziotta era sempre stata una buona bevitrice, cosa che le accese nella mente il sospetto di essere stata drogata.
Ma fu solo un istante, perché subito dopo delle mani calde e morbide iniziarono a passare dolci sulle sue spalle.
Euridice dondolava sul divano, battendo gli occhi per mettere a fuoco l’immagine di Talassa trattata come una regina.
«Ottima scelta, non c'è bisogno di affrettare le cose» disse la segretaria, abbandonandosi alle dolci coccole delle ragazze «lei porta un bel nome classico, anche se un po' sfortunato, conosce il mito dietro di esso?»
Euridice, ad occhi socchiusi mentre quelle mani meravigliose le massaggiavano le spalle, provò a far mente locale.
«C'era di mezzo un cantante… e moriva qualcuno…» disse lei.
Talassa ridacchiò. Un suono dolce e confortante, come schiuma che accarezza sabbia candida.
«Beh, questo riassume più o meno tutta la mitologia classica» rise ancora «la povera Euridice sposò Orfeo, e quel grand’uomo andò fino all’Ade per riprendersela, solo che Ade è sempre stato un bambino testardo, e quando il musico non tenne fede al loro patto non le permise di tornare in superficie»
Dal canto suo, la poliziotta sentiva appena la voce di Talassa, troppo presa dal piacere di alcune mani che adesso, senza troppo preavviso, le stavano dolcemente sfilando stivali e calzini. Un mugolo di piacere le venne alla bocca, senza che lei potesse e volesse trattenerlo.
«Ops!» disse Talassa, schioccando le dita. Euridice, di colpo, fu di nuovo presente, come se si fosse svegliata da un lungo sonno.
Provò a muoversi, trovandosi legata mani e piedi al divano. Le sue gambe erano state unite, con corde che la stringevano sopra e sotto le ginocchia, e le caviglie poggiavano legate su un piccolo poggiapiedi.
«Che diamine succede? Questo è un sequestro!» urlò Euridice.
«Pasinoe! Sei troppo frettolosa! Non ho ancora finito di parlare con la nostra ospite, non puoi già iniziare a giocare» senza preoccuparsi delle sue grida, Talassa stava rimproverando una ragazza bassa, con i capelli candidi e quelle che parevano piume emergere da dietro le orecchie.
La ragazza, imbronciata, si limitò a sedersi a terra.
«Ah, mi dispiace, ma Pasinoe è sempre stata impulsiva. Ad ogni modo, anche le altre vorrebbero che tagliassi corto» Talassa sbuffò all’indirizzo di una dozzina di ragazze, tutte ghignanti «va bene, veniamo a noi. “Talassa” vuol dire “mare”, ma non è propriamente il mio nome, l’ho usato solo perché mi è sempre piaciuto il suono; il nome con cui sono nata è Euribia, forse non le dirà nulla, ma sono, in sintesi, la “sovranità del mare”»
«La cosa?!» Euridice strillò ancora, senza seguire il delirio dell'altra.
«Bella domanda, non le so rispondere per bene. Sono io la personificazione della sovranità marina, o la sovranità del mare deriva da me? Non lo so, ad ogni modo, per farle capire cosa intendo…»
Talassa, o Euribia, o come diamine volesse farsi chiamare, fissò i suoi occhi in quelli della poliziotta.
Euridice si era sempre considerata una persona forte, risoluta, testarda. In tutta la sua vita non si era fatta mettere i piedi in testa da nessuno, parenti, fidanzati, capi e superiori. Davanti allo sguardo di Euribia, tremò.
Fu un riflesso istintivo, viscerale, insito nella sua stessa natura di essere umano. Euribia comandava, lei obbediva.
Non c'era spazio per la negoziazione, per le parole, per atti di ribellione. Euridice fissò gli occhi completamente blu dell’altra, e seppe che avrebbe eseguito qualsiasi comando le avrebbe dato.
Poi, di colpo com’era arrivato tutto cessò.
«Bene, questo chiarisce pressappoco il mio “potere”, non ho voglia di dar spettacolo in altri modi. Poseidone è un tale scocciatore, quando gioco troppo con il “suo” mare» le tante ragazze nella stanza risero «ora… per il pagamento, cosa sceglie? Vuole che le ragazze ci vadano piano con lei, o preferisce che ci mettano anima e corpo dall’inizio?»
Euridice non stava più capendo cosa accadeva, vide solo le ragazze ghignare in direzione dei suoi piedi. Ognuna di loro teneva in mano qualcosa, un’accozzaglia di oggetti che la poliziotta non riusciva a mettere insieme: olio, spazzole, spazzolini, piume, guanti strani, uno di quei cosi per massaggiare la testa.
D'istinto, Euridice disse

A: iniziare piano
B: andarci pesante
 
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view post Posted on 27/4/2024, 23:27     +1   -1
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view post Posted on 27/4/2024, 23:46     +1   -1

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Io andrei pesante col solletico.
 
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view post Posted on 28/4/2024, 07:55     +1   -1

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A è quella più logica
 
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view post Posted on 28/4/2024, 17:58     +1   -1
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view post Posted on 1/5/2024, 02:57     +1   -1

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direi A, oppure non capisce cosa rispondere ma comunque viene scelta la A 😂 per pietà magari
 
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Che bel nick ammiratore piumato. Fa il solletico solo a sentirlo. Un ammiratore pieno di piume. Ammirevole.

Edited by Tickl - 1/5/2024, 09:34
 
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view post Posted on 2/5/2024, 23:25     +1   -1

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CITAZIONE (Tickl @ 1/5/2024, 05:49) 
Che bel nick ammiratore piumato. Fa il solletico solo a sentirlo. Un ammiratore pieno di piume. Ammirevole.

GRAZIE MILLE ❤️😁
 
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view post Posted on 2/5/2024, 23:49     +1   +1   -1

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Prego :)
 
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view post Posted on 5/5/2024, 17:07     +1   -1
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Maestro Solleticatore

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«Andateci piano» Euridice, se fosse stata nel pieno delle sue facoltà mentali, avrebbe mandato al diavolo quelle matte, oltre a minacciare di sbatterle in cella a vita e intanto cercare un modo per fuggire a quello che sembrava, a tutti gli effetti, un rapimento.
Al massimo, se proprio per il momento non fosse stata in grado di far nulla, le avrebbe sfidate a fare del loro peggio.
Solo che, in quel momento, Euridice ebbe la netta sensazione di trovarsi in un pericolo così grande che non era il caso di peggiorarlo.
Non era poi nemmeno così sensibile al solletico, come un suo vecchio amico con quella fissa poteva confermare. Però, di nuovo, Euridice ebbe la strana sensazione che non si sarebbe trattato di qualche semplice grattino sotto i piedi.
Vide una ragazza, del tutto indistinguibile dalle altre, inginocchiarsi davanti alle sue piante nude, una lunga piuma candida in mano.
Senza potersi fermare, Euridice iniziò a muovere come possibile i piedi, cercando di coprire ora l’uno ora l’altro.
La ragazza ridacchiò, passando appena la punta della piuma sotto il tallone di Euridice. Fu come una scossa elettrica.
«Mmmmm!» la piuma prese a passare da un tallone all’altro, toccando appena la pelle, ma la poliziotta sentiva scariche di adrenalina e solletico che le invadevano il corpo. La sadica prese a passare la piuma di taglio, come segando i suoi piedi da destra verso sinistra, proprio tra tallone e pianta.
«Ihihhihiihihhihiih!» ogni colpo era un’esplosione bianca davanti agli occhi di Euridice, accompagnata da uno strattone furibondo alle corde che la tenevano legata.
Le era impossibile capire se fosse sempre la stessa ragazza o se si alternassero, ma di colpo le piume divennero due, a fare su e giù per tutta la loro lunghezza lungo le piante nude della poliziotta. Euridice fece appello alla sua dignità, chiamò in causa la sua testardaggine, invocò la sua caparbietà.
Non avrebbe dato a quelle matte la soddisfazione di ridere.
Il proposito resse per qualche secondo, fino a quando non iniziarono a usare la punta delle piume, punzecchiando veloci lungo l’arco plantare.
Euridice riuscì a resistere alla prima puntura. La seconda le fece spalancare la bocca, come se stessero premendo una sorta di pulsante.
Alla terza, non ci fu verso di fermarsi.
«Ahahahahahahahahhhaahah! Ferme! Ahaahahahahahahahahahahah! Bastaahahaahahahahahah!» strillò la poliziotta, sforzandosi di parlare con tono autoritario, mentre le risate si intensificavano al punto da farle venire le lacrime agli occhi.
Le ragazze non accennarono a smettere, e presto Euridice non riuscì più a capire quante piume stessero passando sotto i suoi piedi.
Potevano essere cento, come una, come mille. Potevano anche non essere piume, per quello che stava capendo la poliziotta.
«Hahahahahaahahahahahahhahah! Vi prego! Ahahahhahahaahahahha. Bastagahahahahahahahaha! Pietà ahahahaahahahahahahahhahahahah ferme! Per l’amor di ahahahahahahahahahahhaha Dio ferme! Ahahaahahahahahahahahahahahah!» urlava, mentre la testa si scuoteva a destra e a sinistra come dotata di vita propria, e lei stessa faticava a credere a come stesse implorando come una bambina.
Di colpo, le ragazze si fermarono, ed Euridice poté riprendere fiato.
Sentiva i polmoni in fiamme, come se avesse corso molte maratone una dopo l’altra. I piedi le formicolavano, dalla punta delle dita fino ai talloni, sensibilizzati al punto da sentire il minimo spostamento d’aria sulle sue piante esposte.
«Però, lei è proprio divertente da solleticare!» disse Talassa. La poliziotta sollevò lo sguardo, trovando una ragazza, uguale alle altre tranne che per i capelli più lunghi, che dolcemente massaggiava i piedi della segretaria con una piuma.
Talassa ridacchiava appena, arricciando ogni tanto le dita, ma non dava alcun cenno di star soffrendo il terribile tormento che aveva appena devastato Euridice.
«Che… che volete da me?» disse lei, provando a cercare un modo per negoziare la sua liberazione.
«Mmm… bella domanda» disse la segretaria «ma lascerò di nuovo scegliere a lei: preferisce che le mie ragazze ci vadano giù pesante col solletico, oppure dar sollievo a tutti i loro piedi doloranti?»
Euridice deglutì a fondo, cercando di capire le varie implicazioni di entrambe le proposte. Alla fine scelse

A: solletico
B: piedi
 
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Veramente io sceglierei entrambi. Il solletico e i piedi.

Edited by Tickl - 5/5/2024, 21:08
 
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Esatto i piedi ma anche il solletico. A il solletico e B i piedi. Bella storia.

Edited by Tickl - 6/5/2024, 01:52
 
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Io vado di A 😂😂
 
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Non male.
 
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