psicanalisi e solletico

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Asiad
view post Posted on 14/3/2007, 22:14




Ecco come la psicanalisi spiega il solletico:
" Gesto che racchiude un assoluto di calcolo e di innocenza: che l'adulto solletichi il bambino è ovviamente una forma accettabile di eccitamento dei sensi tra genitori e figli all'interno della famiglia. Il bambino che sarà in grado di nutrirsi da solo, di masturbarsi, non potrà mai ovviamente solleticarsi da se. E' quel piacere che non può riprodurre in assenza dell'altro.
[...]
Nello scenario quotidiano, affettuoso e perverso del solletico il bambino è completamente alla mercè dell'altro; è ridotto a quello stato di abbandono che il piacere gli procura, e tuttavia invita l'altro a insistere.
[...]
Attraverso il solletico, il bambino verrà iniziato in modo peculiare all'abbandono e allo scompiglio di una forma primitiva di piacere; dipenderà dall'adulto contenere e non sfruttare l'esperienza (altrimenti,riassumendo il testo la sensazione di piacere può divenire inizialmente ancoscia e poi un sintomo isterico).
[...]
Nei tre punti (contenuti in Tre saggi sulla teoria sessuale) in cui parla di solletico, Freud (...), delineando le caratteristiche di una zona erogena, dice:

<< Questa è una zona della pelle o della mucosa nella quale stimolazioni di un certo tipo provocano una sensazione di piacere di qualità determinata. Non vi è dubbio che gli stimoli generatori di piacere sono legati a condizioni particolari; noi non le conosciamo. Tra queste deve avere una sua parte la ritmicità; l'analogia con lo stimolo del solletico s'impone. Meno sicuro è se si possa definire il carattere della sensazione di piacere provocata dallo stimolo come un carattere particolare, dove in tale particolarità sarebbe appunto contenuto il momento sessuale.>>

Ma alla luce di quaesto qual'è l'ipotesi più cauta intorno al piacere del solleticare o dell'essere solleticati?
[...]
Questo gioco dilettevole non evidenzia proprio l'impossibilità del soddisfacimento e della riunione, con la sua continua messa in atto dell'irresistibile attrazione e dell'innevitabile repulsione dell'oggetto, in cui la soluzione finale è la frustrazione?"
da IL SOLLETICO di Adam Phillips (intervento apparso sulla rivista Thelema del 1994)
P.S. Le parti che non ho inserito contenevano ragionamenti e termini tecnici piuttosto elaborati e complessi.
 
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tkla
view post Posted on 15/3/2007, 10:07




Nel 1897 due fisiologi, G. Stanley Hall e Arthur Alley, tracciarono una distinzione tra due differenti tipi di solletico:

il primo, che loro chiamarono knismesi, è una sensazione indotta dal leggerissimo tocco delle mani sulla pelle. Questo tipo di solletico non provoca risate, ed è spesso accompagnato da una sensazione di prurito. Questo tipo di solletico richiede bassi livelli di stimolazione tattile, e può essere innescato anche dal lieve contatto di una piuma, o da una scarica elettrica a basso voltaggio. Può anche essere indotto anche dalla presenza, sulla pelle, di insetti o altri piccoli artropodi, come i ragni, ed è stato per questo suggerito che possa essersi sviluppato nei vertebrati come un meccanismo di protezione verso i parassiti. La knismesi, infatti, si ritrova in molte specie animali superiori.
il secondo tipo, chiamato gargalesi, è invece scatenato da una moderata e ripetuta pressione delle mani in determinate zone del corpo, e provoca risate e movimenti involontari. Questo tipo di reazione è stato documentato solo nell'uomo e nei primati, e viene considerato come un meccanismo correlato al gioco, con implicazioni psicologiche e sociali più che fisiologiche. Una conferma in questo senso è data dal fatto che, mentre è possibile autoprovocarsi la knismesi toccandosi la pelle, la gargalesi viene provocata solamente dal contatto di una seconda persona.

Il solletico è una reazione fisiologica involontaria scatenata dal tocco improvviso di una parte del corpo; questa reazione si esplica causando in risposta al tocco movimenti involontari o risate.

Per metonimia, si indica con questo termine anche l'azione di toccare qualcuno allo scopo di provocare questa reazione (fare il solletico a qualcuno) o, più genericamente, l'atto di toccare lievemente qualcosa -anche un oggetto inanimato.

Dal punto di vista fisiologico, comunque, il solletico è un fenomeno che riguarda il sistema sensitivo e la sensibilità tattile. Le sensazioni provocate dal solletico possono a volte risultare piacevoli, o eccitanti, ma nella maggior parte dei casi vengono considerate estremamente spiacevoli, soprattutto quando il solletico viene prolungato nel tempo.

Può essere interessante notare come le aree più sensibili al tatto non siano quelle più sensibili al solletico: nella maggior parte delle persone, per esempio, i palmi delle mani (una delle zone cutanee maggiormente innervate) risultano essere molto meno sensibili al solletico delle piante dei piedi. Altre zone molto sensibili al solletico sono, nella maggior parte degli esseri umani, le ascelle, i lati del busto, il collo ed il ventre. Alcune evidenze suggeriscono, infine, che le risate associate alla gargalesi siano frutto di una reazione psicologica più che fisiologica: le persone molto sensibili al solletico, infatti, spesso iniziano a ridere prima ancora di essere effetivamente toccate. In alcuni casi estremi, se il solletico diviene una patologia, non è superfluo ricorrere all' aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta attraverso l’uso di tecniche di rilassamento, o addirittura dell’ipnosi, al fine di “decondizionare” la risposta del corpo alla stimolazione del solletico.

Il solletico è probabilmente uno dei comportamenti umani più comuni. Molti grandi pensatori, sin dall'antichità, si sono interrogati sulla natura delle risposte fisiologiche e psicologiche del solletico; tra di essi possono essere ricordati Platone, Francis Bacon, Galileo Galilei e Charles Darwin. In tempi più recenti, gli scienzati hanno prodotto diverse teorie, sia in ambito medico che sociologico, per tentare di dare una risposta agli stessi quesiti.

Una delle domande attualmente insolute è perché alcune persone siano più sensibili di altre al solletico (in particolare alla gargalesi). Tali differenze non sembrano dipendere dal sesso degli individui, o più in generale dalla fisiologia dell'organismo, quanto piuttosto da motivazioni psicologiche proprie dei diversi individui.

Nel 1924 J.C. Gregory, uno psicologo, ha notato che le parti del corpo più sensibili al solletico siano anche quelle più vulnerabili nel combattimento corpo a corpo. Egli ha perciò proposto una teoria secondo la quale il solletico potrebbe aver conferito un vantaggio evolutivo agli uomini primitivi, spingendo gli individui a proteggere con più attenzione i propri punti vitali durante la lotta.

Un'altra teoria, correlata a questa, suggerisce che il solletico promuova lo sviluppo inconscio delle abilità di combattimento. Come menzionato precedentemente, il solletico, specialmente nell'età infantile, viene praticato sui bambini principalmente dai genitori, dai fratelli e dagli amici e, nell'ottica di questa teoria, potrebbe costituire una forma di gioco atta a sviluppare tecniche difensive e di combattimento. Sempre secondo questa teoria, il fatto che il solletico stimoli le risate incoraggia chi pratica il solletico sul bambino a continuare, spinto da un atteggiamento -la risata- che, sebbene involontario, viene interpretato positivamente, permettendo la continuazione del gioco e incrementando così il suo valore formativo.

Un'ultima teoria, infine, indica come una estrema sensibilità al solletico possa costituire anche una forma “simpatica” di difesa dell’organismo a chi cerca di avvicinarglisi. Il solletico, infatti, si fa sulla pelle, cioè su quello che è il confine fra il nostro corpo e il mondo, ovvero, se vogliamo, fra il “dentro” e il “fuori” di noi. Quindi soffrire il solletico può permettere, per esempio, di proteggersi da chi cerca di avvicinarsi troppo.

(da Wikipedia)

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