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Giovane Solleticatore
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| Mia zia mi aveva legato ad una croce come a una sedia o a un letto e si divertiva a stuzzicarmi col solletico. Io impotente non potevo far altro che ridere e supplicarla di smettere ma a lei piaceva cosi e accelerava col solletico in tutti i punti a cui poteva accedere e capirete che fossero tutti dalle ascelle, ai fianchi, alle piante dei piedi e all'inguine notando una certa piacevole erezione in questo gioco che assomigliava pił ad una tortura medievale che ad un semplice solletico o rapporto complice tra zia e nipote. Lei era incessante, il suo solletico mi entrava nella pelle, un supplizio a cui non potevo che non resistere abbandonandomi a risate che si alternavano a lacrime di supplica di smettere. Ma lei non smetteva neanche per sogno. Se l'era legata al dito la mia passione per il solletico e mi viziava da matti a soddisfare ogni mia esigenza in tema, argomento e pratica non lasciandomi scampo e a ogni mio segno di resa o cedimento soleva perpetuare il suo solletico fino a vedermi piangere e implorarla ma la tortura era ben che solo all'inizio e io sentivo le scosse elettriche in tutto il corpo che assomigliavano pił ad una morte imminente, una prigionia che a una liberazione o sfogo. Cosi ci piaceva, piaceva a me e a lei. Potete ben capire il mio essere inerme e essendo lei scalza mi faceva leccare i piedi puliti e profumati di nettare fino all'eternitą. Questo mi alleviava dalla sofferenza del solletico. Fine seconda parte. Che vi pare? Continuo? Che aspetti volete che approfondisca? Grazie per il feedback.
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